note
di copertina
Dopo
tanti anni di lavoro volte oscuro felice fortunato, dischi, play-back
televisivi sanremesi e canzonissime, un’esperienza nuova anche
per me. Cantare in un teatro vero con Bacalov, Bardotti, Crivelli
e altri veri amici. Per un pubblico che guarda, ascolta, giudica
applaude partecipa. È stata un’esperienza così
inusuale per un cantante in Italia e per me così felice,
che sinceramente avrei paura di ripeterla. È stato troppo
bello. Ma un disco è sempre un disco e la "paletta"
(l’orecchio) ce l’ho anch’io per accorgermi di
quanto siano imperfette le mie esecuzioni "canore". Forse
è stata l’emozione (all’inizio) e il troppo entusiasmo
(alla fine). Ma questo disco rimane comunque una "cosa"
e soprattutto veramente "mia". E "vostra", se
vi pare.
[Sergio Endrigo]
Ognuno
ha le proprie manie, i propri tic; io, per esempio come "producer"
di dischi, nei momenti importanti ed incerti, incrocio le dita e
mormoro tutti gli scongiuri della Smorfia e le formule propiziatorie
del Barbanera. L’ultima volta, incrociai le dita Lunedì
23 febbraio e le sciolsi soltanto domenica 8 marzo notte. Quel Lunedì
a Sanremo la difficile partitura dell’Arca Di Noè
non era ancora stata nemmeno letta dall’orchestra del Festival:
il nostro supermaestro e superamico Luis Enriquez Bacalov era in
Spagna per motivi suoi e non si faceva vivo. Cosa sarebbe successo
alle prove generali, ridottissime? In più, la preoccupazione
dello spettacolo al Piccolo Teatro di Milano, una settimana dopo:
il regista Crivelli a Palermo, Carnini, l’organista insostituibile
a Roma incerto sulla partecipazione, l’organico orchestrale
ancora incerto, in attesa degli arrangiamenti di Luis. Luis infine
arrivò e fu un raggio di sole. Poi, il Festival tutto rose
e fiori. E una.
Partenza per Milano. A teatro problemi di amplificazione, di filmati
mancanti, di orchestrazione, di regia (ringraziando il Cielo Sergio
per miracolo non era nervoso, prendeva tutti gli incidenti dal lato
comico). Termine delle prova generale mezz’ora prima dello
spettacolo. Poi, lo spettacolo, successo. E due.
Ma le critiche, come saranno? Non sarà sbagliato il repertorio,
per il Piccolo Teatro? La mattina dopo, critiche OK. E tre.
Le dita incrociate cominciano a dolermi. E la registrazione dal
vivo? Ingegner Rizza, aiuto! State tranquilli. Come si fa? State
tranquilli, dietro il palco, la sera di sabato 8 marzo o la va o
la spacca. Cuffie, fili, nastri, un labirinto. Che bello, senti
il pubblico com’è caldo. C’è qualche errore.
È normale. Senti come canta Sergio, non l’ho mai sentito
così grintoso. Ma saranno buoni i livelli di registrazione?
Alle 3 di notte agli studi della Play-Co, ascolto i quattro nastri.
Sciolsi le dita semiparalizzate. Tirai il fiato. Vuotai il millesimo
bicchiere di whisky: ero ubriaco. Ma il disco, Santo Cielo, era
fatto.
[Sergio Bardotti]
El
4 de marzo 1979 a las 21.30 comenzaba nuestro trabajo en el Piccolo
Teatro di Milano. Antes de ese momento "irretardable"
habìamos ensayado, includendo la prueba general, 18 horas.
Entendàmosnos: no solo la parte musical (27 canciones); luces,
ubicacìion, micròfonos, diapositivas, pelìculas,
todo esto se era organizado en 18 miserables horas. Si sumamos el
tempo de grabaciòn efectiva "dal vivo" llegamos
a 20 horas. Preàmbulo papa una justificacion? Tal vel sì.
En una buena sala de grabaciones, llena de botones magicos e instrumentos
electònicos, entre orquestra, voz, superposiciones, "mixages",
"pensamenti e ripensamenti", hubièramos hecho todo
esto, "se tutto andava liscio", en 3 semanas; y hubièramos
terminado con los nervios despedazados y mascullando maldiciones.
He escuchado la cinta del recital hace algunos dìas; ciertamente
hay errores de ejecuciòn, la presencia de la voz y de los
instrumentos no es costante, hay intendiciones aquì y allà;
la lista podrìa ser màs larga, y tal vez màs
severa. Y no obstante todo esto, hay algo en este ahora disco que
es casi imposible obtener en la mejor sala de grabaciones del mundo:
este es un disco vivo, la resultante del encuentro "degli addetti
al lavoro" con el pùblico. En vez de 3 semanas, lo hicimos
en 20 horas; y ademàs nos hemos divertido en grades cantidades.
[Luis Enriquez Bacalov]
arrangiamenti
e direzione: Luis Enriquez Bacalov
pianoforte e spinetta: Luis Enriquez Bacalov
organo: Giorgio Carnini
chitarre: Ettore Cenci, Sergio Endrigo
violino, flauto: Renzo Fontanella
basso: Bruno Crovetto
batteria: Lionello Bionda
aggeggi: Pasquale Liguori
registrazione effettuata
il 7 marzo 1970 durante lo spettacolo al Piccolo Teatro
di Milano
amplificazione e registrazione: Play-Co
ingegnere del suono: Lazlo «Pippo»
Rizza
produzione e realizzazione: Sergio Bardotti
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