Presentazione
di Sergio Endrigo
Molte persone mi hanno chiesto, molto gentilmente devo dire, perché
avevo scritto questa o quella canzone, come mai mi era venuta in
mente, a che cosa mi ero ispirato. Beh, a volte lo so e a volte
no. Dicono che la creatività (parola un po’ grossa
per le canzonette...) sia dovuta ad uno stato d’animo particolare
e quasi ad un ritorno all’infanzia, senza metropolitani, senza
freni inibitori. Sarà...
Ma prima di tutto vorrei dire perché
ho scritto canzoni. Dal ’52 al ’59 ho cantato prima
nelle balere e poi nei night club. Cantavo soprattutto canzoni americane
di Gershwin, Cole Porter, Kern, Rodgers e poi le canzoni del primo
Becaud e del primo Aznavour. Poi mi sono appassionato alle canzoni
di Jacques Brel. L’ho conosciuto alla RCA nel ’64
perché volevano farlo cantare in italiano. Ma Brel era fiammingo
e la sua pronuncia francese era ottima ma quando cantava in italiano
sembrava un tedesco. Non se ne fece nulla. Quando l’ho conosciuto
gli ho detto che senza aver ascoltato ed amato le sue canzoni, non
avrei mai potuto scrivere Viva Maddalena. Sono
rimasto molto addolorato quando è scomparso colpito dal solito
“brutto male”. Purtroppo, siamo nelle mani del caso.
Io mi ero stufato del night perché non ci vedevo nessuno
sviluppo futuro. Mi vedevo a sessant’anni con il contrabbasso
in mano a cantare My Funny Valentine. Così
decisi di smettere, nonostante il parere contrario di amici e parenti,
e di tentare la carta discografica. Se mi fosse andata male sarei
emigrato in Canada o in Australia e avrei ricominciato tutto daccapo.
Tramite il mio impresario di allora, Mario Minasi, feci un provino
alla Dischi Ricordi cantando Le Tue Mani
di Spotti, accompagnato al piano da Giampiero Boneschi. Andò
bene e mi accettarono.
Alla Ricordi c’era già quella che sarebbe
diventata la famosa scuola genovese e cioè i primi veri cantautori
italiani. C’erano Bindi, Paoli, Tenco e poi la Vanoni che
cantava le canzoni “della mala”, Emilio Pericoli e il
grande Quartetto Cetra. Il direttore artistico era Nanni Ricordi
e quando lo conobbi mi chiese a bruciapelo se anche io scrivevo
canzoni. Gli risposi naturalmente di no, ma quando tornai a casa
presi la chitarra e composi la mia prima canzone, Bolle
Di Sapone. Sono i casi della vita.
Di Nanni Ricordi parlerò ancora perché è stato
anche dopo la Ricordi la causa del mio primo successo e
non solo.
Vogliamo parlare di canzoni, perché le ho scritte, perché
mi sono venute in mente? Parliamone... |
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